VIA DELLA SETA Uzbekistan e Kirghizistan ottobre 2019

Dove si trova?  Perché mai andate proprio lì? Sono le domande più frequenti quando dico quale sarà la meta del nostro viaggio autunnale con la storica e collaudata compagnia. Se parliamo però delle steppe dell’ASIA CENTRALE, di SAMARCANDA, della VIA DELLA SETA, dei racconti di MARCO POLO, di TAMERLANO e di GENGIS KHAN si capisce come la prospettiva del mistero e della magia di questi luoghi ci abbia incuriosito e ci abbia spinto ad organizzare.

Le letture fatte in preparazione del viaggio ci fanno scoprire la storia millenaria dell’Asia con culture, civiltà, religioni, lingue e popoli che non conoscevamo molto bene, perché a scuola l’antichità viene studiata considerando sempre l’Europa al centro del mondo; quando si parlava di invasioni asiatiche il discorso sembrava infatti concluso definendo “popolazioni originarie della sconfinata steppa asiatica”.

19 ottobre – Partiamo entusiasti con volo TURKISH AIRLINE che fa un lungo scalo nel nuovissimo e bellissimo aeroporto di ISTANBUL, dove gustiamo un bel kebab.

In serata arriviamo a TASHKENT, capitale dell’UZBEKISTAN, giovane nazione nata nel 1991 dalla dissoluzione dell’URSS e posto a cavallo della favolosa e mitica VIA DELLA SETA. La guida Nica ci attende in aeroporto e ci rilassiamo al GRAND MIR HOTEL, molto accogliente.

20 ottobre – Una splendida e calda giornata di sole ci attende. Cambiamo gli euro nella moneta locale (SUM) e ci danno una montagna di banconote (1 euro equivale a 10000 sum!!).

TASHKENT è un’ordinata città con ampi viali e molto verde, dove predominano le architetture sovietiche tutte cemento e forme lineari alternate a edifici di stampo islamico, morbidi e arzigogolati. La forte impronta moderna e sovietica deriva dal fatto che la città è stata distrutta in gran parte dal terremoto del 1966 e poi ricostruita.

Suggestive sono le ampie piazze con MOSCHEE e MADRASE, in particolare la PIAZZA e la MOSCHEA HAZRATI IMAM con le caratteristiche cupole turchesi e gli archi maestosi rivestiti di maioliche variopinte. Qui è esposto il CORANO del VII secolo, ritenuto il più antico del mondo e nella vicina MADRASA ci sono vari artigiani che commerciano tessuti e vari oggetti intagliati.

Vivace, affollato e pieno di prodotti alimentari di ogni genere è il BAZAR CHORSU, in particolare melograni, carote, mele, ottimo pane locale appena sfornato, spezie, frutta secca. Siamo nella CITTA’ VECCHIA in un dedalo di viuzze con casette basse in argilla che hanno cortili interni e nessuna finestra sulla via.

Pranziamo in uno splendido ristorante (SIM SIM) che ha pareti rivestite di maioliche e bei lampadari, gustando squisiti spiedini di montone, pollo e manzo con verdure.

Al MUSEO DI ARTI APPLICATE, dall’interessante architettura tradizionale con stucchi e legno intagliato, ammiriamo vari oggetti di artigianato locale, in particolare molti SUZANI, splendidi tessuti ricamati dai variopinti colori.

A TASHKENT è un’opera d’arte anche la METROPOLITANA (considerata come quella di Mosca e San Pietroburgo “palazzo per il popolo”): facciamo un piccolo tragitto in metro e ammiriamo alcune maestose e curiose stazioni.

Usciamo dalla metro in PIAZZA DELL’INDIPENDENZA, dove un bel tramonto ci accoglie.

21 ottobre – Partiamo all’alba con un volo dell’UZBEKISTAN AIRLINE di poco più di un’ora verso KHIVA. Conosciamo la guida che ci accompagnerà nei prossimo giorni, AKRAM, dal rigore sovietico, molto preparato, forse poco coinvolgente nei suoi lunghi monologhi, che comunque ci racconta la antichissima e vastissima storia di questi luoghi

Atterriamo a URGENCH e in bus raggiungiamo la cittadina di KHIVA percorrendo una strada tra campi di cotone. KHIVA è un vero gioiello di architettura islamica, perfettamente conservata all’interno di possenti mura. Fondata ben 25 secoli fa, conserva numerose madrase, antiche moschee, fortezze.

Bellissimi il tozzo MINARETO di KALTA MINOR  e la curiosa MOSCHEA JUMA con 218 colonne in legno.

Le madrase non svolgono piĂą la funzione originaria di scuola coranica, ma conservano intatti i fini intagli, i decori in legno, le coperture con ceramiche smaltate.

Camminare per le stradine di KHIVA, che appare una città-museo, è veramente affascinante.

Non possiamo esimerci dal curiosare nei bazar e caravanserragli, ammirando e anche comprando qualche bel prodotto di artigianato, in particolare legno intagliato (troviamo molti laboratori) e tessuti dai vivaci colori. Roberta soprattutto si entusiasma per giacche lunghe, corte e sciarpe e tutta la compagnia acquista il bel cappellino caratteristico e colorato con tonalità e disegni diversi l’uno dall’altro. Bobo porterà invece nel viaggio il tipico DOPY, copricapo nero di forma quasi cubica con decorazioni bianche ricamate, che è indossato da tantissimi uomini uzbeki.

Pranzo all’interno di una madrasa trasformata in ristorante, dove gustiamo l’ottimo piatto tipico di KHIVA, lo SHIVITOSHI, pasta verde al’aneto con carne di manzo e patate. Continuiamo la visita della cittadina fino al tramonto, che ammiriamo dall’alto delle mura sulle quali passeggiamo.

Il nostro bell’hotel (ASIA KHIVA) è in ottima posizione centrale vicino alla PORTA SUD delle mura. Dopo cena sarà molto suggestivo gironzolare per le viuzze e rivedere i monumenti illuminati sotto il cielo stellato.

22 ottobre – Si parte in pullman con un bel sole; la temperatura è freddina al mattino, ma nel corso della giornata arriva anche a 25 gradi con una fortissima escursione termica. Nel primo tratto attraversiamo la campagna coltivata in prevalenza a cotone, che viene proprio in questa stagione raccolto a mano da una moltitudine di persone.

Ma troviamo anche campi di meloni, cocomeri e riso, tra modeste casette con particolari forni tubulari di argilla alimentati dai resti delle piante di cotone bruciate. La strada, dritta e con buon fondo, prosegue nel vasto DESERTO STEPPOSO di KYZYL-KUM (deserto rosso), lambendo il confine con il TURKMENISTAN. Sabbia, cespugli, qualche dromedario, nessuna abitazione.

Sosta per pranzo in un locale/sala da thè che è in pratica una baracca nel mezzo del deserto, dove, contro ogni previsione, ci cucinano degli spiedini davvero buoni. Nell’ultimo tratto la strada diventa dissestata fino a quando  nel pomeriggio arriviamo a BUKHARA, città ricca di monumenti dal fascino straordinario, che evocano gli sfarzi e la poesia della leggendaria VIA DELLA SETA, l’antica via carovaniera tra la Cina e il Mediterraneo. Per prima cosa gironzoliamo per le strette vie di BUKHARA curiosando nei caravanserragli, ammirando la vita locale che scorre tranquilla nella bella PIAZZA LYABI-HAUZ circondata da secolari alberi di gelso attorno a una fontana che era nell’antichità la più grande vasca di approvvigionamento idrico della città. Ci piace moltissimo esplorare i numerosi laboratori artigiani, dove non resistiamo a fare qualche acquisto: tessitori con filati dai colori splendidi, fabbri con forbici e coltelli caratteristici, cappellai, panettieri.

L’HOTEL ASIA BUKHARA è in stile tradizionale con fini decorazioni e ha una splendida posizione nel centro della città, che ci permette di spostarci ovunque a piedi. Infatti dopo cena raggiungiamo il cuore di Bukhara, la piazza del MINARETO e della MOSCHEA KALON, illuminati in modo perfetto. Rimaniamo incantati ad ammirare ed è una vera emozione immaginare che generazioni di carovanieri si sono fermati proprio qui, dopo aver peregrinato nel deserto, guidati dall’imponente minareto, talmente maestoso che perfino il crudele GENGIS KHAN lo risparmiò.

23 ottobre – Iniziamo “la conquista di Bukhara” (come dice il nostro preparatissimo Akram) con il MAUSOLEO DEI SAMANIDI, uno splendido edificio cubico ben conservato con cupole del IX secolo, ricoperto di mattoni disposti in modo artistico ma senza ceramiche.

Ed eccoci al REGISTAN, piazza dove gli emiri eseguivano le esecuzioni. Da qui si superano le possenti mura attraversando un ingresso con 2 bastioni e si entra nella CITTADELLA ARK, nucleo della cittĂ  abitato giĂ  dal V secolo d.C.;

ma la suggestione di questo luogo è legata agli emiri del XVII secolo con la stanza del trono, l’harem e la moschea. Appena usciti dalla CITTADELLA troviamo una banda di musica uzbeca e ci mettiamo a ballare con le donne locali.

Pranziamo in un simpatico ristorante con il piatto uzbeco più caratteristico, il PLOV, a base di riso, carne di manzo, carote e uvetta: buono! Proseguiamo tra i bazar coperti (i TOKS) sormontati da cupole e le splendide madrase ricoperte di maioliche tra i sorrisi delle donne  e i saluti dei bimbi.

Torniamo nella piazza del minareto e visitiamo la grande e suggestiva MOSCHEA KALON e la MADRASA sormontate da due grandi cupole blu: emozionante! Dopo la visita nel tempo libero, prima di cena, ci gustiamo un the da un piccolo bar con vista suggestiva sulla piazza illuminata dal sole al tramonto: bellissimo.

Dopo cena visita a una madrasa dai caratteristici 4 minareti e cupola blu

e saluto a BUKHARA e al suo minareto illuminato.

24 ottobre – Si riparte verso SAMARCANDA in pulmann attraversando la campagna e i paesini tra campi di cotone, angurie, meloni e melograni. Sosta ad un antico SARDOBA’, cioè un pozzo a zuccotto e ai resti di un caravanserraglio del XII secolo. Per pranzo arriviamo a SAMARCANDA, una delle città più leggendarie del mondo assieme a Babilonia e a Roma.

“Tutto quello che ho udito a proposito di questa città è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto avessi potuto immaginare” disse Alessando Magno.

Samarcanda è stata fondata nel 750 a.C., è stata più volte distrutta e ricostruita ed ha costituito uno snodo fondamentale della via della seta, rotta carovaniera lungo la quale non solo si trasportavano merci, ma anche si trasmettevano conoscenze scientifiche, tecniche e artistiche. La città divenne poi il centro del mondo nel XIV secolo all’epoca del grande TAMERLANO.

Akram ci guida alla scoperta delle meraviglie di Samarcanda, iniziando dall’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI ULUG BEG, dal MUSEO per poi giungere al tramonto alla NECROPOLI SAH-I ZINDA formata da moschee e splendidi monumenti funerari ricoperti di maioliche e cupole turchesi. Qui troviamo tanti turisti locali nei loro caratteristici vestiti, spesso con numerosi denti d’oro, stutussymbol per gli uzbeki.

Ma la vera perla di Samarcanda è la fenomenale PIAZZA REGISTAN, dove ci fermiamo sia prima che dopo cena. Siamo nel bel mezzo del mito del “Mille e una notte”, stare qui evoca la magia della via della seta. Prima di cena in realtà l’atmosfera è parzialmente rovinata da un party elettorale (le elezioni saranno il prossimo mese) con cantanti locali e immagini con le solite promesse politiche di ogni stato e di ogni partito.

Ma sorprendentemente quando torniamo in piazza dopo cena la suggestione si è ricreata, il palco e lo schermo sono scomparsi e uno SPETTACOLO DI LUCI E SUONI molto ben realizzato ci fa emozionare.

Stare qui questa sera vale già il viaggio, non ci si stanca di guardare e di fare foto. A malincuore lasciamo la piazza e raggiungiamo a piedi il vicino HOTEL MALIKA DIYORA, anch’esso bello e in posizione perfetta.

25 ottobre – La MOSCHEA DI BIBI-KHANUM è un altro maestoso complesso decorato con maioliche e perfettamente restaurato in modo corretto e pare aderente ai fasti del passato, dopo che l’incuria e le distruzioni lo avevano reso quasi un rudere.

Ci addentriamo nel bel mercato, dove assaggiamo e poi compriamo a pochissimo prezzo frutta secca, spezie e dolcetti. Bellissimi e degni di acquisto anche ceramiche e tessuti. Pranziamo in una casa privata, dove la simpatica padrona di casa ci cucina uno squisito PLOV con la ricetta di Samarcanda a base di riso, carne, carote, uova di quaglia, uvetta e ceci.

Suggestivo è anche il MAUSOLEO DI TAMERLANO con una grande cupola azzurra dalla superficie scanalata, che risale al XIV secolo, dove molti fedeli pregano fervorosamente.

Dopo il Mausoleo ci trasferiamo al Registan per la visita dettagliata delle Madrase e della Moschea D’oro.

Lasciamo la magia e l’atmosfera di SAMARCANDA con l’UZBEKISTAN RAILWAYS, il bel moderno treno veloce che ci porta puntualissimi in 2 ore ½ a TASHKENT.

26 ottobre – TASHKENT è solo una tappa e in prima mattinata prendiamo il treno diretti a KOKAND nella VALLE DI FERGANA, la regione più fertile dell’UZBEKISTAN situata tra il TAGIKISTAN e il KHIRGHIZISTAN, attraversando le montagne poco popolate. Questa valle era famosa fin dall’antichità per la sua bellezza e la produttività del suo terreno, tanto che già fu terra di conquista di Alessandro Magno nel IV secolo a.C. Da queste terre sono passati vari conquistatori nel corso dei secoli e i segni del miscuglio di razze e civiltà si vedono ancora oggi nei volti con tratti mongoli, a volte occidentali, a volte addirittura con occhi azzurri.

Ci fermiamo a KOKAND, dove pranziamo a base di LAGMAN (tagliolini con verdure, carne e uovo) e pollo alla griglia. Poi visitiamo il PALAZZO DEL KHAN KHUDAYAR circondato da un bel parco ben tenuto; curioso è che qui, e dovunque in Uzbekistan, nelle aiuole oltre ai fiori ci sono moltissime piante di basilico.

Nel parco troviamo alcune spose e molti ragazzi incuriositi da noi, tanto che moltissimi ci chiedono se possono fare una foto con noi e scambiamo qualche parola; si capisce che qui pochi sono ancora gli stranieri che viaggiano per turismo.

La MOSCHEA DEL VENERDI’ è vicino a laboratori artigiani dove molti ragazzini stanno imparando l’arte di intagliare, tessere, dipingere le ceramiche o fabbricare i coltelli.

Attraversiamo la VALLE DI FERGANA tra campi di lenticchie, cotone e viti. Ci fermiamo alla bottega di un ceramista, a RICHTON, che fa questo lavoro da molte generazioni: qui vediamo il processo di creazione delle ceramiche e qualcuno di noi compra dei manufatti.

Per la notte e la cena ci fermiamo nel bel ASIA HOTEL FERGANA. Una curiosità di questo hotel, che non abbiamo mai visto in nessuna parte del mondo, è che in ciascuna camera sul soffitto si trova in un angolo una freccia con la scritta QIBLA che significa MECCA: è il punto verso cui chinarsi quando si prega.

27 ottobre – Ci prepariamo a lasciare l’UZBEKISTAN  e attraversiamo le campagne della VALLE DI FERGANA, tutte coltivate e con alberi di frutta. Convinciamo Akram a fermarsi in un paesino ad un mercato locale, dove troviamo vendite di pane, ceci, verdure, dolci e ogni genere di prodotti. Tutti sono sorridenti, cordiali, hanno voglia di scambiare qualche parola con noi. Ci sono tantissimi bimbi uno più bello dell’altro. Lungo la strada ci sono tante casette basse simili tra loro con pergolati di viti e rose.

Arriviamo al confine con il KIRGHIZISTAN, lasciamo la guida Akram e il pulmann e a piedi superiamo il confine, unici turisti tra tanti locali, facendo vari controllo doganali. Solo da febbraio di quest’anno né qui in Kinghizistan né in Uzbekistan è necessario il visto, perciò le formalità (e anche i costi) sono minori: questo dovrebbe essere in futuro un grosso incentivo per il turismo.

Cambiamo i soldi nella moneta locale (i SOM) e conosciamo la simpaticissima, preparata, giovane e carina guida MASHA, di origine russa ma che ha sempre abitato in KIRGHIZISTAN.( [email protected] ; https://instagram.com/mashrich )

Ai piedi della catena del PAMIR ci fermiamo nella cittadina di OSH, antico centro carovaniero sulla via della seta. Qui la suggestione e il mito degli antichi scambi commerciali si uniscono alla possibilità di conoscere la vita locale nel MERCATO DI OSH, uno dei più antichi bazar dell’Asia Centrale.

Qui si trovano verdure, carne, oro, vestiti, manufatti, tappeti, cappelli… Bellissimo è il cappello tipico kirghiso in feltro, che compriamo e che viene indossato da moltissimi uomini locali.

Alcune donne vendono rami di pino che si dice porti prosperitĂ  e fortuna quando viene bruciato, leggenda che deriva dalla pratica degli sciamani, ancora riconosciuta da molti locali.

I kirghisi erano una popolazione nomade, divisa in ben 88 gruppi etnici; dopo l’indipendenza dalla Russia nel 1991 hanno mantenuto ovunque la lingua russa (oltre alla kirghisa) e hanno avuto, e hanno tuttora, molta difficoltà a far funzionare lo stato in autonomia e senza la dipendenza dal colosso russo.

Saliamo sulla MONTAGNA DI SALOMONE conosciuta fin dall’antichità, dove si trova un MUSEO con i ritrovamenti della zona, posto in una grotta naturale. Nel centro della città ci fermiamo sotto la gigantesca STATUA DI LENIN, uno dei pochi retaggi sovietici che non sono stati abbattuti.

Lì vicino vediamo tante persone eleganti, arrivano 2 sposi, poi altri 2, poi altri fino a 9 coppie, tutti con un numero altissimo di invitati; vogliono parlare con noi, ci inseriscono nelle foto di nozze, sempre sorridenti e felici di fare due chiacchere.

Ci trasferiamo in aeroporto per un breve volo ed arriviamo a BISHKEK, la capitale del KIGHIZISTAN. Ceniamo in un bel ristorante locale a base di vari antipastini di verdure e un ottimo LAGMAN. Poi tutti a nanna all’HOTEL PLAZA, centrale, comodo e confortevole.

28 ottobre –Un’altra bella giornata di sole e un cielo terso sono l’esordio di questa giornata.

Tiziano Terzani in “Buonanotte signor Lenin” diceva del Kirghizistan: “ Il cielo più limpido che in ogni altra parte del mondo. E’ lo stesso cielo dell’Asia Centrale che ha fatto sognare i poeti di varie civiltà. Le montagne sono maestose, la valli fertilissime, i deserti micidiali”.

E anche noi siamo pronti a esplorare questa terra montana con altitudine che va dagli 800 metri di BISHKEK ai 1600 metri del LAGO DI ISSYK KUL dove arriveremo nel pomeriggio.

Attraversiamo una ampia valle verde coltivata a patate, mais, albicocche, pomodori, aglio e fragole (che ci sono anche ora nei campi, ad ottobre!) con tanti alberi che assumono tutte le variazioni cromatiche autunnali dal giallo al rosso tra laghetti e corsi d’acqua. Tantissimi sono gli animali che pascolano: cavalli (tipici del Kirghizistan), pecore, capre, asini e mucche.

Facciamo una sosta alla TORRE DI BURANA, bel minareto del XII secolo sul quale saliamo. Lì vicino ci sono resti di un caravanserraglio che ci lasciano solo immaginare come questo luogo potesse essereimportante, ricco e suggestivo all’epoca della via della seta. Al di là delle lastre tombali e delle macine rinvenute nei resti del caravanserraglio, si può ammirare un fenomenale panorama sulle colline e sulle montagne circostanti già coperte di neve.

In un paesino vicino ci fermiamo a pranzo in una casa privata, dove ci preparano un ottimo piatto con patate, carne e carote e una minestra di pollo; non può mancare il thè, che in Kirghizistan usano come bibita nel corso del pasto. I componenti della famiglia sono cordiali e sorridenti e ci aprono volentieri le porte della loro casa, dove, come da tradizione, si entra dopo aver tolto le scarpe.

Proseguiamo tra alte montagne innevate e laghi (in Kirghizistan sono più di 2000) con sosta in un punto dove attraversiamo a piedi un ponte di legno “tibetano” del 1200.

Arriviamo al LAGO ISSUK KUL verso sera, passeggiamo sulle rive con vista sui MONTI ALATAU fino a goderci il tramonto.

Cena e riposo al RADUGA HOTEL, grande complesso sul lago, ora quasi deserto perché la stagione della balneazione lacustre per i locali sta volgendo al termine. Passeggiata serale per goderci la visione del cielo stellato senza inquinamento luminoso.

29 ottobre – Gli scoiattoli ci accolgono al risveglio prima di colazione. Ci avviamo costeggiando il bel grandissimo LAGO ISSYK KUL, che ha ben 80 immissari e nessun emissario. Anche oggi uno splendido sole, associato all’aria pulita e fresca dell’alta montagna, rende il cielo terso e il panorama mozzafiato.

Tappa sulle rive del lago a CHOLPON ATA, grande campo di pietre, sulle cui superfici antiche popolazioni scite hanno lasciato graffiti attorno al 200 a.C.

Suggestiva sosta al MUSEO PRZHEVALSKI, eroe locale che esplorò l’Asia Centrale in lungo e in largo.

Nella cittadina di KARAKOL visitiamo la bizzarra moschea a forma di pagoda cinese, perché molte donne cinesi si trasferirono qui e sposarono uomini mussulmani. Molto carina la CHIESA ORTODOSSA, tutta in legno che risale alla fine del 1800. Numerosi sono gli edifici colorati del periodo zarista.

Visitiamo una YURTA, la casa tradizionale dei nomadi kirghisi, una delle poche rimaste, dal momento che sta per iniziare la stagione fredda invernale e vengono tutte smontate. Pranzo ottimo vicino alla yurta a base dei tipici MANTA, che sono dei grossi ravioli a vapore.

Proseguiamo percorrendo una strada con panorama strepitoso tra montagne dai vari colori dal beige al rosso fino alla neve nelle circostanti montagne che arrivano fino a 7000 metri. Il fascino è accentuato dal foliage che i colori autunnali ci regalano con un’incredibile variazione cromatica. Mucche, cavalli e capre sono dovunque e spesso qualche mandria attraversa la strada.

Questa è una regione molto ricca di ferro e uranio, ma il Kirghizistan ha anche mercurio, oro e petrolio, anche se purtroppo non riesce a sfruttare in modo adeguato una tale ricchezza del sottosuolo. Saliamo di altitudine e vediamo lungo la strada un campo dove vengono addestrati gli astronauti russi.

Il clou della bella giornata tra le montagne kirghise è il breve TREKKING che facciamo nel pomeriggio alle GOLE DI DJETY OGUZ a 2100 metri di altitudine. Tra gole, rocce rosse, cime innevate, cavalli e vegetazione dai colori autunnali passeggiamo, facendo splendide foto. Prima di ripartire Masha ci fa conoscere un simpatico vecchietto che vende miele e alcuni prodotti naturali per curare vari malanni, fra cui l’OLIO DI PINO SACRO, antisettico usato per tosse, calcoli, sistema nervoso (insomma un portento!). Il panorama è sempre piacevolissimo, le mandrie tornano alle loro stalle e il tramonto sul lago circondato dalle montagne ci regala un altro grande spettacolo.

30 ottobre – Il sole che ci ha assistito sempre in tutto il viaggio (che grandissima fortuna abbiamo avuto!) splende anche oggi. Lungo la strada di ritorno a BISHKEK facciamo tappa ad un locale banchetto  che vende pesci essicati, mangiati dalla gente locale bevendo birra. Le calde tonalità rosse della GOLA DI BOOM fanno da contrasto con le montagne innevate e il cielo blu.

BISHKEK è una città dall’aspetto molto occidentale e curato, la cui popolazione ha pochissimo i comportamenti dei paesi mussulmani. Bello il mercato, enorme e dove si trova ogni genere di prodotto sempre in gran quantità e ben disposto.

Visitiamo le zone centrali, il monumento gigantesco a forma di yurta alla vittoria della seconda guerra mondiale, la piazza che era il fulcro della vita all’epoca della dominazione russa, dove c’è ancora una enorme statua di Lenin (anche se non illuminata) e la piazza che è ora quella centrale con una grossa bandiera del Kighizistan. Qui si trova anche il MONUMENTO DI MANAS, eroe leggendario kirghiso in realtà mai esisitito.

Dopo l’indipendenza dalla Russia nel 1991 la situazione socio-politica non appare molto rosea, il lavoro scarseggia idem infrastrutture, manutenzione e welfare.

Ceniamo tutti insieme in un bel ristorante, dove il piatto principale è costituito da ottimi spiedini e poi ascoltiamo le canzoni di un gruppo di musicisti in costume kirghiso che suonano strumenti locali. Il brindisi finale del viaggio è naturalmente con la VODKA. Ci commuoviamo salutando la bravissima guida MASHA, ragazza che ha avuto una vita difficoltosa ma ha saputo reagire e che nel suo lavoro comunica entusiasmo e amore per il suo Paese, sempre con il sorriso e con serenità: certamente una bella persona.

31 ottobre – Il volo TURKISH con scalo a ISTAMBUL ci riporta a casa tristi, ma con la consapevolezza di essere stati molto fortunati a visitare due paesi dal grande fascino e che ci hanno regalato molte emozioni.

Come commento finale potremmo dire alcune cose: sono luoghi ricchi di fascino, storia e bellezze architettoniche (specie in Uzbekistan), è abbastanza evidente l’impatto sovietico sulle due nazioni cosiccome la differente capacitĂ  di ripartire dopo questa dominazione, con molte molte piĂą difficoltĂ  e qualche nostalgia in Kirghisistan. Dal punto di vista turistico mi sentirei di consigliare due viaggi separati nelle due regioni, che seppure confinanti, sono molto diverse; in particolare di riservare almeno una settimana per il Kirghisistan prendendo in considerazioni  dei piccoli trekking per apprezzarne gli sconfinati paesaggi montani.

Superlativa la compagnia per la simpatia, la coesione, la voglia di ridere insieme e di prenderci in giro. Con questo gruppo e con ciascuna di queste persone ripartirei domani ad occhi chiusi e se, come penso, in viaggio viene fuori la parte migliore di noi, mi sa che questo è proprio un gruppo speciale.

Grazie a ROBERTA per aver pensato a tutto questo e per averci sopportato e supportato e grazie a tutti: EMILIO, BEPPE, ROSSANA, MICHELA, ORNELLA, RAFFAELLA, FRANCESCO, SIMONE, MONICA, PIERA, SERGIO, ANNA, MARIANGELA.

N.B. A Simone devo assolutamente dire che anche questa volta è stato un grande e ha superato un’altra barriera.

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Pubblicato da bobiworld

Baba, medico nella vita con la passione dei viaggi, Bobo, medico nella vita con passione dei viaggi e della fotografia.. insieme bobi... vi presentiamo il nostro modo di esplorare il mondo con idee, impressioni, appunti di viaggio e consigli utili il tutto corredato dalle immagini scattate in giro per il mondo. Ci accompagna in questo "viaggio" nostra figlia Giada che metterĂ  a disposizione di tutti i ragazzi le sue impressioni ed il suo punto di vista... buon divertimento!!

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