India

INDIA

18-29 OTTOBRE 2010

Se si parte per l’India  senza preconcetti, l’inimmaginabile che vediamo non ci sconvolge, ma ci aiuta a pensare e a trasformare le nostre prospettive, perciò il mio racconto del meraviglioso viaggio in India vuole comunicarvi quello che ho visto, ma soprattutto quello che ho provato.

18-19 OTTOBRE. Con volo Emirates alle 22.30 da Milano Malpensa (aerei belli e confortevoli) facciamo scalo dopo circa 7 ore a Dubai, dove abbiamo il tempo per curiosare nel grandioso e lussuoso aeroporto. Ora solo un volo di circa 3 ore ci separa da NEW DELHI, cittĂ  di circa 14 milioni di abitanti, che ci accoglie con un aeroporto nuovo e ben tenuto. Cambiamo gli euro in rupie, uno sconcertante cumulo di carta colorata e sporca, che stipiamo in tasca.

Conosciamo la guida che ci accompagnerà per tutto il viaggio, RAGI, un indiano di 46 anni , alto, piuttosto bello e che ci appare subito simpatico.Incominciamo subito a prendere confidenza con la città, buttandoci nel traffico infernale e disordinato con tante auto, moto e tuc-tuc (Ape-car che fungono da taxi) per raggiungere il TEMPIO LAKSHMI NARAYAN MADIR, sfarzoso tempio indu in marmo a 3 piani, degno di LAKSHMI, dea della ricchezza, che risale agli anni Trenta. Come per tutti i templi per entrare ci si devono togliere le scarpe, tanti sono i fedeli in preghiera che prima di entrare suonano la campana, si inchinano sui gradini e vengono segnati con il classico pallino rosso sulla fronte, fatto di polvere di zafferano, menta e legno di sandalo (serve per controllare i 5 sensi durante la meditazione e dare profumo controllando l’olfatto).

Vediamo la “Porta dell’India” e ci ristoriamo con un buon sonno all’Hotel Meridien, che si trova nella zona delle ambasciate ed è un 5 stelle decisamente notevole.new_india-1

20 OTTOBRE. Visitiamo il TEMPIO SIKH BANGLASAHEB a piedi nudi e capo coperto. C’è un’atmosfera di gran misticismo, i fedeli comprano un dolce di zucchero come offerta, ne donano metĂ  e mangiano l’altra metĂ . Tantissimi sikh sono in preghiera  e un sacerdote sventola una grossa piuma; davanti al tempio dalla cupola dorata è presente una grande area per abluzioni.

new_india-6Passando nel quartiere degli UFFICI GOVERNATIVI, raggiungiamo il QUTUB MINAR, minareto costruito tra il 1199 e il 1368, uno dei simboli della capitale indiana sul luogo dove sorgevano 108 templi indu (multiplo di 9 numero perfetto sacro). Qui troviamo tanti piccoli scoiattolini, tante famiglie in gita, pochi turisti stranieri, venditori ambulanti di bibite al limone (limoni piccolissimi e molto succosi).

new_india-11

C’è grande traffico per uscire dalla città, anche attraversando la parte più nuova sorta negli ultimi 10 anni piena di palazzi moderni; è qui che si trovano i call-center a cui si può dire che si riferisce tutto il mondo in lingua inglese.

Pranzo ottimo per la strada in un ristorante ricavato in un antico palazzo; assaggiamo un curioso digestivo, costituito da semi di finocchio e cristalli di zucchero.

Durante il tragitto per raggiungere JAIPUR non ci si annoia, lungo la strada si vedono le case, i “negozi”, i commercianti più disparati, c’è tantissima gente in giro, mucche per la strada che attraversano, verso Jaipur anche scimmie e maiali che frugano tra i rifiuti, curiosi “barbieri” il cui negozio per la strada è costituito da una sedia e da uno specchio.

Tantissime persone lavorano nei cantieri, sempre a gruppi di 4 (1 lavora e 3 osservano).

Arriviamo a Jaipur al tramonto, ci rifocilliamo nel bell’hotel Le Meridien appena fuori dalla città. La cena è ancora ottima: riso, pollo, agnello, verdure varie tutte speziate, pane piatto tipo piadina caldo (CHAPATI), minestra di lenticchie (DHAL), polpettine di pesce. Purtroppo assaggiamo pochi dolci, perché abbiamo deciso di essere drastici nell’alimentazione, eliminando del tutto verdure crude e creme, ma ci sarebbero dei dolci molto invitanti stracolmi di panna, cioccolato e crema; ripieghiamo su dolci tipo pan di Spagna alla banana e cocco. Pur essendo sempre speziato, il cibo non è per nulla pesante, il gusto è gradevole e si digerisce benissimo.

Serata insieme al già affiatato gruppo di viaggio nel giardino dell’hotel, assistendo prima ad una danza di 2 ragazze e poi ad uno spettacolo di burattini; giochiamo un po’ a carte maschi contro femmine, ridendo per le abilità varie e arrabbiandoci per chi bara… poi a nanna..

21 OTTOBRE. Prima tappa della mattinata è il FORTE AMBER, che si trova arroccato sulla collina di ARAVALLI, circondato da 12 Km di mura. Lo raggiungiamo a dorso di ELEFANTE, anche se siamo un po’ irritati, sia all’andata sull’elefante, ma soprattutto nel percorso a piedi di ritorno, dalla seccante insistenza dei venditori ambulanti di varie merci di scarsa qualità e di scarsa utilità a prezzi via via più bassi man mano che ci allontanavamo (elefantini, divinità in legno, miniature, pavoni, coperte, braccialeti, magliette…).new_india-46

Gli elefanti sono di grosse dimensioni, hanno una lunga proboscide e sono sormontati da un baldacchino su cui ci si siede, sballonzolando per tutto il percorso.

Bello il TEL MAHAL, palazzo al contro di un lago.

Visitiamo un centro artigianale dove intagliano le pietre preziose, poi un centro dove fabbricano tappeti (belli, curati e a prezzi migliori dei tappeti turchi).

Pranzo in uno stupendo palazzo nobiliare decorato, tè nel patio.

Visitiamo il CITY PALACE, che contiene raccolte di stoffe, armi, dipinti e tappeti e le 2 gigantesche giare d’argento che sono i più grossi manufatti del mondo forgiati in questo metallo.

Appena fuori dal palazzo reale ci fermiamo divertiti ad osservare alcuni incantatori di serpenti .

new_india-61

Dopo la visita al JANTAR MARTAR (OSSERVATORIO ASTRONOMICO) ci avviamo a passeggiare per le caotiche vie e porticati della città, la confusione è indescrivibile, è un’esperienza unica l’attraversamento della strada, tra auto strombazzanti, moto, tuc-tuc, mucche, carretti vari; ciascuno percorre la sua strada secondo un ordine non ben chiaro.

Meravigliosa la mucca immobile e tranquilla al centro della strada nel traffico impazzito e assordante.

Spesso si vedono mucche che frugano tra i rifiuti come cani randagi, il traffico si ferma quando si avvicinano alla strada, cosa che non sempre avviene per le persone.

La nostra compagna di viaggio Grazia, che è stata in India 18 anni fa, ricorda che allora le auto erano rarissime ed il traffico era costituito solo da bici e tuc-tuc.

new_india-8122 OTTOBRE. Ci fermiamo di prima mattina al  PALAZZO DEI VENTI, costituito da una facciata senza struttura retrostante, colmo di finestrine dalle quali le donne potevano vedere all’esterno senza essere viste.

Ci avviamo verso AGRA, passando per la campagna e durante il percorso facciamo tappa ad un coloratissimo tempio induista, dove non c’è nessun turista e tantissimi fedeli pregano.

Ci fermiamo ad una SCUOLA di campagna, stracolma di stupendi bimbi molto disciplinati e sorridenti, lasciamo al maestro penne e quaderni per la scolaresca. Ragi ci spiega che in India non esiste la scuola obbligatoria, ma che per chi lo desidera non costa nulla, anzi per invogliare i genitori poveri, spesso per niente interessanti a far frequentare la scuola ai figli ma piĂą inclini a farli lavorare presto, il governo ha deciso di dare il pasto gratis ai bambini che frequentano.new_india-89

Suggestiva la successiva visita ad un pozzo palazzo, posto in un piccolo paesino, è una struttura dell’VIII secolo con splendide sculture ben conservate e la curiosa architettura

new_india-92a scale poste a triangolo.

In questo paesino ci sono miriadi di bimbi sorridenti e che non chiedono nulla, comperiamo nel negozio locale borsate di generi alimentari per solo 6 euro da distribuire ai piccoli.

Sosta per il pranzo in un bellissimo palazzo di un maharaja, trasformato in un hotel (LAXMI VILAS PALACE di BHARATPUR).

Visita alla città abbandonata di FATEHPUR SIKRI, inaugurata nel 1571, ma abbandonata solo 14 anni dopo, dall’imponente struttura con splendide camere, saloni e ampi spazi aperti. Anche qui siamo assediati prima dell’ingresso da venditori giovanissimi.new_india-102

Arriviamo ad AGRA all’HOTEL JAYPEE PALACE e dopo una veloce doccia decidiamo di assistere ad uno spettacolo teatrale “KALAKRITI”, che si rivela però di gusto troppo orientale e dalla storia decisamente stucchevole, penso proprio che sia in stile BOLLYWOOD!! (e pare che l’India sia la prima produttrice mondiale di film, avendo scalzato Hollywood).

Serata divertente giocando a bowling, molto popolare in India.

Un particolare curioso: ci viene consigliato di non aprire le finestre delle camere, perché potrebbero entrare le scimmie!!

23 OTTOBRE. Ci ributtiamo nel caos terribile ad ogni ora della città con persone, animali, tuc-tuc, biciclette, immondizia dovunque, fili elettrici penzolanti, polvere, escrementi: suoni, rumori e odori fanno tutt’uno…

L’odore dell’India è un misto di odore di fogna, gas di scarico, spazzatura rimasta al sole per troppo tempo, curry e spezie varie, terra e polvere, ma presto le narici si abituano e non ci si fa più caso.

new_india-114Ci prepariamo alla visita del TAJ MAHAL che faremo nel pomeriggio, visitando il BABY TAJ MAHAL (TOMBA DI ITMADUD DAULAH) impressionante per il bianco del marmo incastonato alla perfezione con pietre varie che disegnano figure precisissime. Qui troviamo un gruppo di turisti indiani, che ci chiedono di far la foto con loro, ritenendoci forse una curiosa tipologia umana: questo fatto è capitato anche altrove in India e mai in altri viaggi!

Ci avviamo al FORTE ROSSO, costruito con l’arenaria scarlatta caratteristica di molti palazzi mughal verso il 1500 e poi allargato; favolosi i saloni delle udienze private e pubbliche e vari numerosi chiostri con intarsi in pietre dure.new_india-124

Nel pomeriggio dall’hotel prendiamo un tuc-tuc che ci conduce fino al bazar, dove facciamo una bella passeggiata, senza essere minimamente disturbati dalla gente, che anzi ci saluta e ci sorride, offrendoci anche assaggi di strani frutti non meglio precisati.

Qui ad Agra, come dovunque in India, anche nelle cittĂ  piĂą grandi, mancano le fognature e gli scarichi delle acque luride, che sono a cielo aperto, scorrono davanti alle porte delle misere abitazioni.

Arriva finalmente l’ora dedicata al TAJ MAHAL, imponente, suggestivo ed emozionante mausoleo, simbolo dell’India, lungo le rive del fiume YAMUNA, edificato tra il 1631 e il 1653 dal SHAH JAHAN in memoria della moglie MUMTAJ MAHAL. E’ tutto in marmo bianco intarsiato di pietre preziose ed è circondato da bei giardini divisi simmetricamente da canali. E’ davvero stupendo, peccato ci sia una folla impressionante, costituita in gran prevalenza da indiani e che il tramonto in questa stagione arrivi troppo presto…

24 OTTOBRE. Oggi ci spostiamo in treno, di prima mattina siamo alla stazione ferroviaria, invasa da ogni genere di mendicanti, in prevalenza bambini e persone senza gambe, con piedi elefantiaci, mutilati; i binari sono cosparsi di immondizia, che in realtà è ovunque, i topolini bevono l’acqua torbida.

Noi prendiamo il treno per GWALIOR che si chiama SHATABDI EXPRESS, non è per nulla brutto ed è anzi confortevole, ma si vedono in stazione altri treni più “sgarrupati”.

Dopo circa 1 ora ½ arriviamo a GWALIOR dove visitiamo il forte, eretto in cima a un vasto promontorio in arenaria in stile indo-islamico, con fregi azzurri e gialli.

Favolosa la scoperta dei TEMPLI INDUISTI SASBAHU, in buono stato di conservazione e dall’enorme fascino, anche perché in mezzo al nulla e quasi del tutto privi di turisti.

Bellissime le enormi STATUE GIAINISTE risalenti all’VII secolo, scolpite nella roccia.

Pranzo al PALAZZO USHA KIRAN con bei balconi decorati e grandi e curati giardini, pieni di scoiattoli e pappagalli.

Per raggiungere la cittadina di ORCHA il tragitto il pullman di circa 3 ore ½ è avventuroso sia per le condizioni incredibili delle strade costituite da buche enormi, lavori in corso continui e ostacoli di animali, persone e mezzi vari sia per la guida spericolata del nuovo autista appena conosciuto a Gwalior, che supera, cambia corsia, non accetta di aver ostacoli davanti, suona e frena all’impazzata. In realtà su ogni camion è scritto nella parte posteriore di suonare il clacson e tutti eseguono con molto accanimento.

Durante il tragitto comunque non ci si annoia, anche perché guardando fuori dal finestrino si vede la vita della campagna da ogni punto di vista, infatti tutti “vivono” per la strada, si lavano, mangiano, dormono, cucinano, lavorano o guardano chi lavora, meditano…

Chiediamo a Ragi  di spiegarci la situazione delle CASTE, che, anche se non ufficialmente, ancora oggi dividono drasticamente la popolazione indiana e senza possibilitĂ  di passaggio tra una casta e l’altra; in ordine decrescente ci sono BRAMINI, GUERRIERI O POLITICI (casta di cui anche la guida Ragi fa parte), COMMERCIANTI, LAVORATORI MANUALI e una quinta casta, gli INTOCCABILI, le cui mansioni venivano considerate impure, a cui solo Gandhi ridiede dignitĂ , credendo nell’uguaglianza di tutti.

Osserviamo incuriositi che le bancarelle alimentari vendono solo frutta e verdura, frittelloni fatti al momento, patatine. Onnipresenti sono file di bustine appese come se fossero biglietti della lotteria, chiediamo alla guida di che cosa si tratta e ci spiega che è il BETEL, una foglia che tritata diventa rossa, mista a tabacco e calce che si mastica e poi si sputa, costa pochissimo (1 rupia, 1 euro equivale a 56 rupie!) e viene perciò usta anche dai poverissimi provocando assuefazione e malattie del cavo orale.

Sosta durante il percorso al PALAZZO DI DAHA, affacciato su un lago, dove ci sono pochi bimbi, che chiedono sapone per lavarsi.

Dopo il tramonto arriviamo a ORCHA all’HOTEL AMAR MAHAL, accogliente e di ottimo livello. Dopo cena facciamo una passeggiata lungo il fiume e per le strade del paese troviamo solo mucche, cani e tante persone che già dormono per terra, malgrado siano solo le 9e30! In effetti qui in India tutto si svolge dal sorgere del sole al tramonto…

NAMASTE, che significa in indu “porgo i miei rispetti”.

25 OTTOBRE. Di prima mattina visitiamo la FORTEZZA DI ORCHA, una cittĂ  palazzo medievale con architettura indo-islamica, affascinante pur essendo non ancora restaurata, che presenta vivaci pitture della mitologia indu. La fortezza è nel bel mezzo di una giungla ancora abbastanza fitta, dove pare ci siano  alcune tigri, che si può ammirare nell’insieme dalla cupola.

Ci si avvicinano alcune scimmie curiose e gli alberi sono colmi di pappagalli verdi.

Rimango colpita dai tanti santoni vestiti di arancione, dai colori dei sari delle donne rossi, gialli, verdi che risaltano nell’aridità del terreno, dagli occhi profondi degli uomini e dai sorrisi dei bimbi.

Il bazar è stupendo e coloratissimo, ci sono tanti banchetti di dolci circondati da api, molta frutta, vari strumenti di metallo, ma anche bracciali, profumi, giochi.

Al fiume molti stanno lavandosi con il sapone, le donne lavano i panni e li stendono ad asciugare al sole sui sassi, formando un formidabile tappeto colorato.

Dopo un pranzo indiano vegetariano, riprendiamo il viaggio in pullman su una strada come quella di ieri, che definire dissestata è dir poco, con l’autista che insiste in sorpassi spericolati, tanto che, tra la guida a sinistra e le strade piuttosto strette, sembra che ci si debba scontrare continuamente.

Incrociamo auto stracolme di persone e sul tetto delle corriere viaggiano tantissimi passeggeri.

Ci imbattiamo in un funerale con la giovane salma tenuta in alto su una specie di portantina fatta di canne di bambĂą e portata a cremare seguita da amici e parenti (solo maschi come da tradizione indu).

Ci fermiamo in un villaggio dove assaggiamo le castagne d’acqua, notiamo che le donne lavorano, portano pesi sul capo, vendono, zappano, mentre gli uomini quasi sempre osservano o riposano.

Ragi ci spiega che vicino a KHAJURAHO sono presenti miniere di diamanti e smeraldi e che questa è stata la zona dell’India frequentata negli anni ’60 dai “figli dei fiori”, infatti qui c’erano e ci sono ancora molte coltivazioni di oppio.

Arrivati a KHAJURAHO (hotel JASS RADISSON) alcuni di noi (e anch’io) si recano in CENTRO AYURVEDICO, dove ci viene praticato il classico massaggio ayurvedico con olio caldo colante sul capo (il terzo occhio) e manipolazioni del corpo con oli dalle profumazioni varie: molto bello, rilassante, scioglie le tensioni…

26 OTTOBRE. E’ un’altra bella giornata di sole, come d’altronde lo sono state tutte nel nostro viaggio in India e fa caldo (circa 39 gradi), ma è sempre un caldo sopportabile, l’unico aspetto fastidioso è l’aria condizionata che in hotel, ristoranti e pullman è tenuta a livelli polari…

Mattinata a KHAJURAHO dedicata ai bellissimi templi indu del X secolo (sono 25) che hanno avuto la buona sorte di rimanere ben conservati anche dal punto di vista decorativo, perché, trovandosi all’epoca dell’invasione islamica del tutto circondati dalla giungla, non sono stati scoperti e distrutti. Spettacolari sono le splendide architetture e le vivaci ed elaborate sculture poste soprattutto nella parte esterna, che raffigurano scene domestiche, danzatrici pervase di energia e movimento e le famose scene erotiche molto particolareggiate! I templi est sono giainisti, anch’essi di arenaria che è ben lavorabile, ma che con il tempo si indurisce e si conserva benissimo.

Raggiungiamo VARANASI con un volo di 45 minuti, in aeroporto i controlli sono molto severi e non vengono neanche accettati nel bagaglio a mano le pile e tutti gli accessori elettrici. Varanasi, la vecchia Benares, è la città più sacra per gli indu, è KASHI (=città della luce divina), sempre affollata di pellegrini: visitarla almeno una volta nella vita è lo scopo di ogni indu, morirvi significa poter raggiungere il MOKSHA (salvezza). Ma anche per noi Varanasi è stata un’esperienza mistica e ci ha dato un’emozione fortissima.

Dopo aver velocemente lasciato i bagagli in Hotel (Hotel RAMADA PLAZA) prendiamo un RISCIO, costituito da un carretto a 2 posti guidato da un ragazzo su una bici e con questo mezzi ci avviamo nel traffico impazzito della città (2 milioni di abitanti) tra i continui, insistenti e ininterrotti suoni di clacson, attraversamenti di auto, moto, mucche, capre… tra banchetti e negozietti di ogni genere, la solita immondizia ovunque.

Lasciato il risciò, il cui conducente ci aspetterà per il ritorno, ci avviamo in un dedalo di sordide viuzze piene di pellegrini e di vacche, tra miriadi di ragazzini che cercano di vendere cartoline (del crematorio!), collane e bracciali.

La magia incomincia quando, mentre sta facendo ormai buio, arriviamo al GANGE (MOTHER GANGA come lo chiamano qui) e scendiamo al GHAT DASAS SWAMEDH (GHAT sono le scalinate da cui si accede al fiume e in cittĂ  sono circa 80) con il sottofondo di canti dei pellegrini e suoni ritmati.

Qui al Gange gli induisti ritengono che sia presente il dio SHIVA (l’energia, la forza distruttrice); gli altri 2 principali dei sono BRAHMA (la forza creatrice) e VISHNU (la forza conservatrice).

Ragi si occupa di scegliere la barca a remi che ci permetterà di navigare sul Gange, prendiamo ciascuno un lumino posto su una foglia e appena si fa buio del tutto la depositiamo sull’acqua: è molto suggestivo vedere nel buio i lumini nostri e di tutti i pellegrini delle altre barche!

Ma le emozioni non sono finite, perché ci dirigiamo verso il GHAT JALASAI dove si svolgono le cremazioni e numerose pire ardono giorno e notte, dalla barca si vedono le pire circondate dai parenti (e nessuno piange) che recitano preghiere, è un scena forte e molto toccante.

new_india-238Ritorniamo al GHAT DESASWAMEDH e assistiamo dalla barca alla liturgia serale, officiata da 5 bramini con fuoco, suoni e canti ed è una situazione dal misterioso fascino inebriante.

Il risciò ci riporta indietro sempre in mezzo al solito traffico, la gente è tantissima ovunque, si fa fatica a muoversi con qualsiasi mezzo, qui si ha la vera idea della folla. In questa terribile confusione ognuno prosegue indifferente la propria vita, alcuni sono addirittura in grado di dormire sul lato della strada!

27 OTTOBRE. Ci svegliamo quando è ancora buio per poter raggiungere il Gange e salire sulla barca al primo chiarire dell’alba, mentre numerose persone si lavano nel Gange corpo, denti e capelli, molti si immergono e addirittura bevono l’acqua del fiume, cosa che sembra incredibile perché il colore è marrone e vi sono presenti ceneri, detriti delle pire, rifiuti vari.

Sui Ghat sono anche alcuni lavandai che sbattono ritmicamente la biancheria contro le pietre umide, c’è chi si taglia i capelli, chi prega immergendosi, chi fa yoga, chi è seduto sui ghat a meditare…new_india-241

Intanto il sole sorge e il fascino del luogo aumenta ancora di piĂą.new_india-245

Scesi dalla barca, attraversiamo stretti e luridi vicoli, dove la vita di tutti è ripresa per il nuovo giorno.

In mattinata visitiamo un bazar della seta, che viene tradizionalmente tessuta a Varanasi, dove vediamo dei tessitori che stanno lavorando.

Nel pomeriggio visita al principale centro indiano di pellegrinaggio buddista, SARNATH, dove Buddha tenne il suo primo sermone e al vicino museo. In India i buddisti sono in percentuale molto pochi , mentre la stragrande maggioranza della popolazione è induista (82%), sono parecchi i mussulmani e stanno aumentando.

28 OTTOBRE. Attraversando la solita incredibile confusione del traffico cittadino, raggiungiamo il MOTER INDIA TEMPLE, il cui pavimento è costituito da un’enorme cartina dell’India in rilievo scolpita nel marmo.

Passiamo in un bel mercato nei vicoletti, in cui si vendono in prevalenza frutta e verdura, tra mucche e capre indifferenti; qui vediamo anche donne e ragazzi che raccolgono gli escrementi di vacche per la strada, le fanno seccare sui muri e poi ne fanno “torte” che cumulano in ceste e vendono (un vero lavoro di merda!).

Nel pomeriggio voliamo su DELHI (circa 2 ore), città che, dopo quello che abbiamo visto nel corso del viaggio, di primo impatto sembra quasi una metropoli europea; non è vero e ce ne rendiamo di nuovo conto quando ci addentriamo nella zona più centrale.

Ultimi acquisti in un bazar di tè e spezie, cena nel bel ristorante PARK BALUCHIE e ultima notte nel grandioso hotel THE GRAND.

29 OTTOBRE. Tutta la giornata di oggi è dedicata al viaggio con voli della EMIRATES che ci riporteranno a Milano, facendo scalo a Dubai.

VIAGGIARE IN INDIA OBBLIGA A PENSARE, E’ UN’ESPERIENZA DI VITA E DI CRESCITA MENTALE.

OGNI COSA STUPISCE E SORPRENDE, TUTTO E’ COSI’ DIVERSO DA TE EPPURE DIVENTA PARTE DI TE: POLVERE, SPORCIZIA, ESCREMENTI, COLORI E ODORI FORTI: UN INFERNO DI PARADISO…
 
p.s. chi volesse vedere più immagini può visitare la mia pagina Flickr il link è sulla Toolbar
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

AlterVista

Attenzione: non modificare o cancellare il tuo nome utente amministratore per non compromettere il tuo sito.

Guida WordPressAiuto WordPressAiuto AlterVista.

Related Images:

Pubblicato da bobiworld

Baba, medico nella vita con la passione dei viaggi, Bobo, medico nella vita con passione dei viaggi e della fotografia.. insieme bobi... vi presentiamo il nostro modo di esplorare il mondo con idee, impressioni, appunti di viaggio e consigli utili il tutto corredato dalle immagini scattate in giro per il mondo. Ci accompagna in questo "viaggio" nostra figlia Giada che metterĂ  a disposizione di tutti i ragazzi le sue impressioni ed il suo punto di vista... buon divertimento!!