GIORDANIA  marzo-aprile 2019

30 marzo – Il volo diretto Ryanair partito da Bergamo all’alba ci conduce in circa 4 ore ad AMMAN, capitale dello stato mediorientale che abbiamo scelto per il nostro viaggio primaverile: la GIORDANIA. Beppe e Rossana volevano provare il trekking nel deserto e noi Bobi, con l’aggiunta successiva al gruppo degli amici Roberta ed Emilio abbiamo deciso che questa esperienza poteva essere una buona idea. La preparazione a casa è stata piuttosto soft ed è consistita in qualche passeggiata a passo veloce sulle colline dell’Oltrepo, in green way, in Liguria associata ad alcune giornate di sci per dare un po’ di tono alle gambe.

In aeroporto ci attende un signore della locale agenzia che ci fa ridurre la fila per visto e controllo passaporti e siamo subito pronti per esplorare AMMAN, città pulita, ordinata, con case piuttosto tenute tutte in pietra calcarea dello stesso tono di bianco. Conosciamo la guida SAMIR, che parla un ottimo italiano perché è stato in Italia ben 14 anni ed è laureato in medicina. Insieme a lui ci avviamo verso la MOSCHEA RE ABDULLAH I con una grande cupola di mosaico blu sotto la quale possono pregare fino a 3000 mussulmani. Le donne devono essere del tutto coperte e perciò all’ingresso viene fornito un abito nero o marron con cappuccio, che rende noi 3 ragazze decisamente inquietanti. All’uscita ci fermiamo a prendere un thè con buoni dolcetti al sesamo. Poi acquistiamo il tipico copricapo della cultura araba, il KEFIAH a quadretti bianchi e rossi, che cominciamo a imparare ad arrotolare in testa e che nei prossimi giorni ci accompagnerà nel deserto. Sosta al TEATRO ROMANO, posto su una collina, abbastanza ben conservato e dove in estate si tengono rappresentazioni. Con l’aiuto di Samir scegliamo di fare uno spuntino da un banchetto a base di FALAFEL avvolti nel pane locale (la PITA): decisamente un ottimo street food! Poi ci immergiamo nei SUK di Amman, dove si trovano frutta, verdura, cibo di vario genere, abbigliamento locale, attrezzi per la casa: qui sono molti gli avventori, accompagnati da donne sempre velate in alcuni casi con il CHADOR, in altri addirittura con il NIQAB (che lascia vedere solo gli occhi), nessuna è vestita all’occidentale. La passeggiata vede alternarsi sole e scrosci di pioggia fino a sera, quando ci attende l’hotel (ROJINA HOTEL), dove ceniamo a base di carne di manzo, verdure, riso e humus: siamo curiosamente gli unici occidentali assieme a schiere di indiani, indonesiani, thailandesi, tutti rigorosamente mussulmani.

31 marzo – Purtroppo oggi piove e la prevista escursione allo stretto WADI IBN HAMMAD è pericolosa per il rischio inondazioni. Non ci perdiamo d’animo e concordiamo con Samir un programma alternativo che si rivelerà piacevole e molto interessante. Per fortuna la pioggia si placa e si intravvede il sole quando arriviamo al suggestivo MONTE NEBO, dove secondo la Bibbia morì e fu sepolto Mosè; si dice che sia in luogo da cui Mosè contemplò per la prima volta la Terra Promessa che non riuscì mai a raggiungere. Sulla cime del Monte Nebo, al centro di una bella terrazza panoramica, si trova un monumento di bronzo raffigurante una grande croce, il bastone di Mosè e il serpente; da questo punto si vedono la valle, il Mar Morto e Israele (Gerusalemme è distante solo 46 Km!). Una piacevole sorpresa è scoprire qui in cima al monte nella CHIESA DELLA MEMORIA DI MOSE’ (ben restaurata dai Francescani) bellissimi mosaici conservati perfettamente del 530 d.C., raffiguranti scena di caccia, pascolo, animali africani. Ci fermiamo un po’ più a valle a vedere alcune donne dedite all’arte della fabbricazione di mosaici, creandone alcuni davvero belli, tra cui quelli raffiguranti l’albero della vita. Ci rifocilliamo con thè e biscottini e poi ripartiamo verso MADABA, bella cittadina dove una buona percentuale della popolazione è cristiana. Qui nella CHIESA ORTODOSSA DI SAN GIORGIO ammiriamo sul pavimento il famoso mosaico bizantino del 560 che raffigura l’antica carta geografica della regione.

Altro vicino luogo sacro posto non troppo lontano è BETANIA: si trova sulle rive del GIORDANO ed è qui che Giovanni Battista avrebbe battezzato Gesù, ponendo le fondamenta della fede cristiana. Anche oggi ci sono persone che si immergono nell’acqua torbida del fiume per essere battezzate sia da questa che dall’altra riva, dove già siamo in Israele. Attraversiamo strade panoramiche che serpeggiano nel deserto colorato e nel mezzo delle colline tra pecore al pascolo e accampamenti di nomadi beduini circondati da capre e dromedari.

Arriviamo al MAR MORTO, curiosissimo luogo dove non vive nessun pesce visto l’altissimo tasso di salinità del 31% e proprio per questo la salatissima acqua del mare tiene a gala molto facilmente. Siamo al punto più basso della terra, precisamente a 440 metri sotto il livello del mare. Il bagno purtroppo non è possibile perché non fa troppo caldo e perché oggi ci sono alcune correnti, ma si possono fare i fanghi (dalle benefiche proprietà farmacologiche) e ci si può rilassare nella SPA dell’hotel (il RAMADA DEAD SEA), che, come gli altri sul Mar Morto, ha una spiaggia privata attrezzata, piscina, idromassaggi e tante aree destinate al benessere. Cena in hotel, chiacchere, programmi e poi tutti a nanna.

1 aprile – Dopo la sorpresa di trovare sul pulmino la guardia turistica Raid, omone sorridente che ci dovrebbe “proteggere” nei prossimi 2 giorni tra le montagne giordane, lasciamo le rive del placido Mar Morto. Ci aspetta una gran varietà  di paesaggi tra pascoli beduini e aridi deserti dai mille colori con spettacolari vedute del Mar Morto. Passiamo in zone dove si estraggono bromo, potassio e magnesio e troviamo grandi saline, che sono sempre molto suggestive per i loro colori.

Breve sosta per salire su una bella duna di sabbia rossa e poi cambiamo mezzo trasporto:  2 jeep foderate di pelli di capra e guidate da beduini ci conducono tra strade sconnesse, dune e piccoli guadi fino al FEYNAN ECOLODGE, splendida location per la prossima notte. Il lodge è alimentato esclusivamente ad energia solare, è impegnato nella tutela della natura e gli abitanti del posto sono coinvolti direttamente nella gestione della struttura (come autisti, guide, fornai, camerieri, cuochi…). Conosciamo il giovane, simpatico (e molto carino!) SULEYMAN, il ragazzo che ci farà da guida, che, in ottimo inglese, ci spiega con entusiasmo come tutti i locali vengono coinvolti nella salvaguardia del territorio e poi ci guida in un emozionante trekking in una delle riserve naturali più suggestive della Giordania, DANA. Il WADI DANA TRAIL si svolge su sentieri tra pascoli e accampamenti beduini, rocce calcaree e gole più strette. Ci fermiamo per il pranzo al sacco in una bella radura tra le rocce e la vegetazione in questa stagione piuttosto rigogliosa. Poco dopo Sulyman incontra 4 suoi giovani amici beduini che tornano dal pascolo con l’asino, scambiamo qualche parola mentre proseguiamo il percorso con loro e poi ci uniamo ai ragazzi nei canti locali (da noi storpiati naturalmente!) uniti a qualche balletto. Merenda con thè caldo preparato dal fratello di Sulyman dietro a una roccia mentre le capre arrivano ad esplorare la zona.

La giornata si conclude con un altro hiking su una collina vicino al lodge dove ammiriamo un tramonto spettacolare. Di sera i generatori si spengono e solo le candele illuminano il FEYNAN, dando una magica atmosfera anche alla cena, solo vegetariana e molto gustosa. Dalla terrazza si possono vedere le stelle (non molte in realtà perché ci sono un po’ di nuvole) e, una volta spente le candele, nella bella camera ci godiamo il relax di quest’oasi di pace.

2 aprile – Facciamo colazione con falafel e pita e avvistiamo di prima mattina dei maestosi falchi. Lasciamo a malincuore FEYNAN e costeggiamo il WADI ARABA percorrendo una strada panoramica che sale fino a 1550 metri di altitudine. Durante il percorso la guardia giocherella (o forse prega) con una specie di rosario islamico, la guida Samir ci racconta curiosi particolari della vita giordana e della sua famiglia, l’autista si ferma per raccoglier origano selvatico con cui fare tisane.

Tappa in un paesino molto animato dove in una panetteria assaggiamo pita ancora calda e una specie di pizza con timo. Qui troviamo la guida locale che ci accompagnerà nel trekking nel WADI GHUWEIR, prima più ampio e che poi si restringe diventando un canyon suggestivo simile all’ANTELOPE CANYON negli Stati Uniti. Le piogge dei giorni scorsi hanno lasciato una certa quantità di acqua nel ruscello, cascatelle e pozze che rendono il percorso ancora più divertente. Le striate rocce policrome modellate e levigate dall’acqua rendono il panorama vario e meritevole di molte soste fotografiche. Ci fermiamo a pranzare su una grossa roccia, la guida ci offre le sue verdure e noi il nostro cioccolato, poi estrae una teiera, accende un fuoco e ci fa il thè.

Le emozioni della giornata non sono finite, perché ci attende PICCOLA PETRA, SIQ AL BARID, gola di 400 metri un tempo stazione di rifornimento per le carovane di cammelli diretti a Petra. Qui si trovano tempi e vari edifici spesso anneriti all’interno dal fuoco acceso dai beduini che ci hanno abitato fino a tempi recenti. Un’eccezione è la CASA DIPINTA che conserva affreschi con piante, fiori e uccelli di epoca nabatea (I sec a.C.- I sec d.C.).

 

 

 

Pernottiamo al LITTLE PETRA BEDOUIN CAMP, spartano ma suggestivo campeggio circondato dalle montagne, dove siamo alloggiati in tenda e ceniamo in una tenda più grande. Mentre di giorno la temperatura era buona, con il calare della sera incomincia a far freddo e ci scaldiamo volentieri nella bella tenda beduina dove ci vengono offerti thè e la possibilità di fumare il narghilè seduti su cuscini posti per terra dopo aver tolto le scarpe all’ingresso e con il sottofondo di musica araba.

3 aprile – Un bel sole ci accoglie per affrontare il trekking di oggi, affascinante sentiero nabateo che parte fuori dalla VALLE DI BEIDA fino a PETRA. E’ un sentiero secondario e nascosto di accesso a PETRA, difficile da trovare senza la guida, lungo il quale incontriamo pochissime persone  e che ci permette di meglio apprezzare la magia della natura offrendo magnifiche vedute sulle montagne dai molteplici colori. Lungo il percorso troviamo anemoni selvatici, piante di pistacchio selvatico, sassi colorati, ginestre bianche e gialle, fiori del deserto, ma anche tende beduine, cani, asini, tante pecore e capre, gatti, lucertole variopinte, cammelli. Facciamo una sosta per riposarci e Samir ci fa assaggiare un dolce giordano che ci piace molto, l’HALAWA.

All’improvviso, scavato nella parete rocciosa, appare il MONASTERO, uno dei monumenti leggendari di PETRA, tomba dei NABATEI, maestoso, anche più grande del Tesoro, adibito a chiesa in epoca bizantina. Ci fermiamo sui cuscini del chiosco davanti al Monastero per ammirarlo. Un antico sentiero scavato nelle pietre, di 800 gradini, ci conduce a passeggiare nel resto della città antica. Ammiriamo le TOMBE REALI, imponenti luoghi di sepoltura resi magici dalla luce del sole, il GRANDE TEMPIO NABATEO, la STRADA DELLE COLONNE ROMANE, il NINFEO vicino a un grande ombroso albero di pistacchio selvatico, il TEATRO NABATEO scavato nella roccia, il TEMPIO DEI LEONI. Petra è enorme e moltissimi sono i monumenti, ma bello è anche prendersi tempo e passeggiare assaporando l’atmosfera, anche se più ci si avvicina al Tesoro e più i visitatori aumentano (anche perché molti visitano solo SIQ e Tesoro e non sanno cosa si perdono nel resto della città e soprattutto nella natura circostante). Rimaniamo comunque molto colpiti dal fascino del TESORO, monumentale tomba scavata nella roccia, simbolo di Petra, la cui via principale per raggiungerlo è il SIQ, gola dalle strette pareti verticali, di circa 1 Km, da cui all’improvviso si vede il Tesoro. Noi percorriamo il SIQ verso l’uscita da Petra e arriviamo al GRAND VIEW HOTEL in posizione panoramica sulla collina, dove ceniamo.

Vogliamo vedere Petra di notte, perciò decidiamo di acquistare l’esperienza PETRA BY NIGHT: sarebbe una bella idea, perché è previsto il tragitto lungo il SIQ illuminato da 1500 candele fino al Tesoro, dove ci si siede su tappeti, bevendo thè, ma c’è troppa gente e l’esibizione di un beduino con piffero e con uno strumento locale è noiosissima e poco consigliabile.

4 aprile – Anche oggi entriamo in PETRA in modo non convenzionale, seguendo un’altra strada segnata dai Nabatei che sarebbe stata impossibile da trovare senza l’aiuto di Samir (pur avendo Beppe). Bellissimo il percorso tra le rocce striate variopinte, tra capre, piante di capperi, piante del pepe, sassi colorati, alabastro, panorami mozzafiato fino  a che arriviamo a vedere le tombe e il teatro da una prospettiva speciale. Siamo dispiaciuti per una capretta che troviamo sul percorso che pare aver smarrito il suo gregge, il cui belato disperato si diffonde nella valle, visto l’eco.Thè e pranzo al sacco tra le rovine, poi ci inerpichiamo ancora sull’ ALTURA DEL SACRIFICIO con piattaforma sacrificale e canali di scolo per far defluire il sangue degli animali. Ultimo saluto al Tesoro e passaggio per il SIQ verso l’esterno di Petra.

 

Percorriamo l’antica STRADA DEI RE o DI TRAIANO fino ad arrivare al leggendario DESERTO WADI RUM, terra dei beduini che vivono in tenda tra dune di sabbia, oasi e rocce erose dagli agenti atmosferici con capre, cammelli e asini. Dedichiamo le ultime ore della giornata fino al tramonto ad un trekking nella sabbia del deserto fino alla SORGENTE DI LAWRENCE D’ARABIA, in passato importante luogo di sosta per le carovane in viaggio tra la Siria e l’Arabia: il sole riappare tra le nuvole e ci regala la sua luce sulle montagne.

5 aprile – Non possiamo resistere alla tentazione di svegliarci per vedere l’alba nel deserto e ne vale proprio la pena! Lasciamo il campo tendato e prendiamo una jeep che ci accompagnerà in giro per il deserto. Vediamo tanti dromedari, anche una mamma con i suoi piccoli che ci vengono molto, molto vicino, ci addentriamo nel SIK KHAZALI, dove si trovano in incisioni rupesti nabatee, ci arrampichiamo sulle creste di un’alta duna, saliamo su una roccia che culmina in un arco. Il panorama è dovunque mozzafiato, sempre evocativo della magia delle carovane piene d’oro e di spezie.

Affrontiamo infine il nostro ultimo trekking fino ad arrivare ad uno spettacolare punto di osservazione sul deserto dall’alto di una formazione rocciosa plasmata dal vento.

E’ l’ora di lasciare purtroppo il WADI RUM per dirigerci a KARAK, antica roccaforte dei CROCIATI, luogo leggendario di scontri tra i crociati e le armate mussulmane di Saladino, posto sul tracciato delle antiche vie carovaniere. Attraversiamo la RISERVA DEL WADI MUJIB, gigantesca gola tra le montagne con una diga e appena dopo il paesaggio cambia completamente, diventando verdeggiante e coltivato. Qui abbiamo la fortuna di vedere il raro e bellissimo IRIS NERO SELVATICO.

A MADABA alloggiamo al centrale MOSAIC CITY HOTEL, dove ceniamo a base del tradizionale MAKLOUBA con riso, spezie, verdure e pollo rovesciate dal tegame nel piatto. Passeggiata serale per le vie di MADABA, dove acquistiamo in una pasticceria i biscotti locali che ci sono piaciuti, da portare a casa.

6 aprile – Il volo RYANAIR ci riporta a casa, dopo un viaggio che ci rimarrà nel cuore soprattutto per le meraviglie naturali e per la magia di Petra.

 

Grazie  a Rossana per averci convinto ad affrontare questo viaggio con percorsi di trekking (in totale sono stati 86 Km a piedi) e grazie a tutti per la splendida compagnia, la simpatia e l’accordo che spontaneamente c’è sempre stato tra di noi.

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Pubblicato da bobiworld

Baba, medico nella vita con la passione dei viaggi, Bobo, medico nella vita con passione dei viaggi e della fotografia.. insieme bobi... vi presentiamo il nostro modo di esplorare il mondo con idee, impressioni, appunti di viaggio e consigli utili il tutto corredato dalle immagini scattate in giro per il mondo. Ci accompagna in questo "viaggio" nostra figlia Giada che metterà a disposizione di tutti i ragazzi le sue impressioni ed il suo punto di vista... buon divertimento!!

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